Stavolta Giancarlo Abete, presidente della Figc, si è sentito in dovere di scendere in campo in difesa dell’Aia. Il movimento arbitrale è sotto pressione. Le polemiche nascono come funghi e basta un niente per attizzarle.
Finchè gli strali sui direttori di gara sono lanciati da uno specialista del caos come l’allenatore dell’Inter Mourinho, va bene. Quando però è il presidente della LNP Beretta a proporsi come un quasi-sponsor del progetto-Zamparini, che vorrebbe intaccare l’autonomia dell’organo tecnico (leggi Collina), allora un intervento chiarificatore diventa doveroso.
E’ quanto ha fatto e detto il numero uno della Federcalcio, come rende noto il Corriere della Sera: “Arbitri che rendano conto ai presidenti dei club? Non se ne parla. Quello degli arbitri è un servizio utilizzato dalle società ed è fisiologico che queste lo valutino. Ma l’Aia ha come primo riferimento la Federazione”.
Nel momento in cui Beretta ha replicato accusando gli arbitri di avere reazioni di chiusura, inaccetabili in un sistema democratico, Abete ha precistao il suo pensiero: “Se uno viene sempre aggredito tende a difendersi. Gli arbitri si apriranno se ci sarà rispetto per le loro decisioni e i loro errori. Il meccanismo delle designazioni esiste ovunque. Se ci saranno valutazioni da parte della Lega, la sede per discuterne è il Consiglio federale”.
Sa. Mig. – www.calciopress.net
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