(Calciopress – Sergio Mutolo) Quando tutte le certezze sembrano vacillare, bisogna saper cercare gli appigli giusti. E’ necessario attaccarsi a un’ancora di salvezza, se esiste, che ci aiuti a uscire dalle situazioni disperate e disperanti.
Lo scandalo del calcio scommesse, l’ennesimo della tormentata storia del mondo pallonaro italiano, sembra travolgere tutto. La Figc decide di inasprire le pene. Lo fa dopo essersi mostrata troppo poco vigile e attenta rispetto ai segnali che arrivavano da ogni parte.
Le partite truccate paiono interessare trasversalmente tutte le categorie professionistiche. I Play Off e i Play Out, ridotti a sceneggiata, si stanno giocando in un’atmosfera di vago sapore kafkiano. Le classifiche saranno riscritte dalla Giustizia sportiva. La serie A, all’inizio fuori dai giochi, potrebbe starci dentro fino ai capelli. La serie B ne uscirà verisimilmente squassata: la promozione di Atalanta e Siena viene data continuamente in bilico. La Lega Pro di Mario Macalli, già disfatta da una crisi economica senza precedenti, si prepara inerme al colpo del definitivo ko.
In questo marasma, un’isola felice (forse) esiste ancora. Coincide con la roccaforte di Coverciano. Il comandante di questa cittadella del calcio, tenuta con meritoria fatica fuori dal gossip che tutto sta travolgendo in un mondo trasformato dal business imperante, è il commissario tecnico Cesare Prandelli. Il ct ha fatto della Nazionale l’approdo finale di milioni di tifosi che hanno voglia di continuare a riconoscersi nel calcio del buon senso antico, quello che da sempre hanno imparato a conoscere e amare.
Grande senso dell’etica sportiva (e non solo). Cultura del lavoro, nella convinzione che paghi sempre e comunque. Risultati costruiti sull’onda motivazionale di un gruppo affiatato. Rapporti con i media mantenuti sul filo di un distacco e di una professionalità che non mostra segni di cedimento.
Queste, in sintesi, le caratteristiche di Cesare Prandelli. Il tecnico di Orzinuovi è, semplicemente, un grande uomo e un grande allenatore. Lo sanno bene i tifosi viola della Fiorentina. Lo sa la città di Firenze, che non a caso lo ha insignito del Fiorino d’Oro.
La Nazionale del Mondiale Sudafricano, spocchiosa e perdente, è solo un lontano ricordo. Ha lasciato il posto a un gruppo di giocatori che, ogni volta migliori di quella precedente, si ritrovano sotto la guida di un impareggiabile maestro di vita e di calcio. Ciascuno riesce a dar in campo e fuori il meglio di se stesso. In un contesto di lealtà sportiva che non vuole forgiare primi attori, ma cercare l’amalgama sintesi del calcio.
L’affetto e la credibilità che lievitano intorno a Cesare Prandelli sono il premio migliore del progetto che sta costruendo giorno dopo giorno. Nel segno di una cultura calcistica fondata non solo sulle vittorie e i risultati del campo, pure fondamentali alla sua riuscita, ma soprattutto sul rispetto delle regole e su un’onestà intellettual,e che è merce rara in questi tempi opachi.
Per questo e per molto altro ancora, Cesare Prandelli può essere la nostra speranza per un futuro migliore. I tifosi, Peter Pan mai cresciuti davvero e inguaribili sognatori, hanno bisogno di persone così. Un’altra Italia è ancora possibile, anche nel calcio.
Sergio Mutolo – www.calciopress.net
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