Presso la Lega di Firenze si è svolta il 12 febbraio 2018 una riunione del Consiglio Direttivo della Lega Pro, allargato ad alcuni Presidenti di club. È stata l’occasione, come riferisce un comunicato diffuso attraverso il sito web istituzionale, di una approfondita disamina di quanto avvenuto nell’Assemblea federale dello scorso 29 gennaio.
Nella circostanza è stato presentato dal presidente Gabriele Gravina il documento “Idee per un percorso di innovazione e di riforma del calcio italiano”. L’obiettivo è quello di consegnare al Commissario Figc, Roberto Fabbricini, un lavoro compiuto di progetti essenziali per la riforma del calcio italiano
Il documento contiene nove progetti: 1. La riforma dei campionati; 2. Il semiprofessionismo; 3. L’apprendistato; 4. I ricavi da scommesse; 5. Le seconde squadre; 6. I rapporti economico-sportivi; 7. Il rating e gli indici di bilancio; 8. I ricavi ex Legge Melandri; 9. La flessibilità contrattuale.
Seppur plaudendo all’iniziativa di Gravina e del Consiglio Direttivo della Serie C ribadiamo che da sempre Calciopress è contro l’introduzione, in terza serie nazionale, di forme organizzative che prescindano dal professionismo. Il nostro modello di riferimento,da quando è esplosa la crisi, resta quello inglese (che rappresenta l’organizzazione da imitare, anche se nessuno ci ha mai provato alle nostre latitudini).
La serie C avrebbe (ha) semplicemente bisogno di un drastico taglio dei club iscritti che riduca il perimetro delle società da tenere sotto controllo e assicuri una gestione più equa delle risorse disponibili, in modo tale da rendere sostenibile nel tempo una categoria che va tenuta in ambito professionistico per svolgere la sua mission di rivoluzione dal basso del declinante calcio italiano.
Resta ovviamente fondamentale, per le caratteristiche e il ruolo della Serie C, ancorarsi strettamente al territorio per ricavarne risorse in cambio di progetti socialmente utili diretti al contesto e per risuscitare l’amore per il calcio nei giovani, che da troppo tempo hanno abbandonato gli stadi.
Per riformare la terza serie nazionale non servono passi indietro ma passi in avanti, che facciano crescere nei tifosi la voglia di tornare a sentirsi coinvolti in uno sport bellissimo che li ha di fatto emarginati.
“La storia del calcio è un triste viaggio dal piacere al dovere. A mano a mano che lo sport si è fatto industria, è andato perdendo la bellezza che nasce dall’allegria di giocare per giocare” (Splendori e Miserie del gioco del calcio, Eduardo Galeano)
Sergio Mutolo – www.calciopress.net