Prosegue la deriva (inarrestabile?) della negletta Serie C. Tutto accade nell’assordante silenzio dei media nazionali al quale la categoria è condannata ormai da lustri, anche per la mancanza di radicamento nel territorio fatte salve rare e spesso precarie eccezioni.
A nulla è valso il tanto atteso cambio di governance. La presidenza di Gabriele Gravina, che aveva illuso i pochi addetti ai lavori attenti alle vicende della terza serie nazionale, non ha portato a risultati tangibili.
Dopo la solita estenuante telenovela delle iscrizioni, il campionato è partito con tre gironi monchi. Da subito le classifiche sono diventate criptiche e assai complicate da seguire. Ma il peggio doveva ancora venire.
Nel girone A il fallimento dell’Arezzo ha ingarbugliato la classifica. Il club amaranto è stato dichiarato fallito nel girone di ritorno, ma è stato autorizzato a giocare in esercizio provvisorio ed è gravato da una pesante penalizzazione (destinata ad aumenterà in virtù dell’ultimo deferimento). Dopo aver saltato tre partite di fila, ora dovrà scendere in campo ogni quattro giorni. La sopravvivenza del club è peraltro legata all’esito dell’asta giudiziaria fissata per il 16 aprile, che farebbe saltare il banco se andasse a vuoto. Un rischio calcolato o un azzardo?
Nel girone B il Modena è stato cancellato durante il girone di andata. Il Vicenza è fallito in corso di campionato, ma continua a giocare in esercizio provvisorio con un carico di problemi e penalizzazioni che lo confinano all’ultimo posto della graduatoria. Due club sono costretti a una sosta forzata in occasione di ogni turno di campionato (un vero controsenso!). Interpretare la classifica generale equivale alla soluzione di un arzigogolato enigma.
Nel girone C l’Akragas ha pagato le vicissitudini societarie con una retrocessione annunciata e già sancita con largo anticipo. Altri club del girone navigano in cattive acque. La loro sopravvivenza resta quanto meno dubbia. Affermare che il campionato del raggruppamento meridionale si è dipanato in modo regolare appare, oggettivamente, discutibile.
In questo caos brilla il disinteresse della Figc in altre faccende affaccendata e dei media nazionali ormai condannato alla narrazione dello squallido gossip di Serie A. Nel frattempo Gravina sembra essere entrato in silenzio stampa. La cascata di eventi negativi, in terza serie nazionale, lievita senza che nessuno riesca a fermarla.
Ci si chiede perplessi a che calcio si stia giocando in questa categoria. Una serie C così malmessa serva ancora a qualcosa? Questa è la domanda.
Sergio Mutolo – www.calciopress.net
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