Cosa sta accadendo alla Fiorentina? Una domanda alla quale molti stanno cercando di dare una risposta, a partire dagli stessi protagonisti della “viola”. Già qualificata per gli ottavi di Champions League, e in piena corsa per le fasi finali della Tim Cup, la squadra di Prandelli sembra non reggere il ritmo campionato.
L’ultima sconfitta di Palermo ha riaperto vecchie ruggini e fatto serpeggiare molti dubbi tra i tanti sostenitori della Fiorentina, che tornano oggi a risvegliare fantasmi del passato. I più attenti si limitano a parlare del “gennaio di Prandelli”. Un periodo dell’anno in cui la squadra, in questi anni, non si è mai espressa al meglio. Per gli ottimisti si tratterebbe solo di una fase passeggera, alla quale i tifosi hanno fatto il callo.
Altri, viceversa, hanno pensato di dar vita al processo ancor prima di aver trovato il reo. Tra i sospettati sono stati inseriti a turno prima la dirigenza, poi lo staff tecnico e per ultimo la poca abnegazione di alcuni giocatori. Si va dalla riduttiva scelta dell’autofinanziamento imboccato dai Della Valle, alle scelte di Corvino (cessione di Dainelli), passando per il disimpegno dei giocatori prossimi a svestire la maglia viola.
Insomma, quando le cose non vanno si tasta un po’ il polso, per capire dove potrebbe stare il malessere. Si arriva addirittura alla previsione autolesionista di non voler qualificarsi per la prossima Champions League. Una scelta da parte della società, correlata al fatto di ridurre ancora gli investimenti per la prossima stagione.
A noi invece piace ricordare, a quanti oggi sparano a zero su tutti i fronti, che la Fiorentina proprio grazie a Della Valle, Corvino e Prandelli ha raggiunto traguardi quasi impensabili per una squadra che sino a qualche hanno addietro era considerata soltanto la settima sorella. Nel giro di quattro anni ha saputo conquistare piazzamenti Champions, panchine d’oro con il suo tecnico e grande stima nel calciomercato grazie a Pantaleo Corvino (ambito da piazze altisonanti del panorama calcistico italiano).
Ecco perché, alle volte, prima di sparare sentenze sarebbe meglio fare un passo indietro e ricordarsi per un attimo da dove si arriva. Sapere chi siamo oggi è conoscere appieno chi eravamo ieri. E questo percorso che i tifosi viola dovrebbero affrontare, per non correre il rischio di tornare a vivere di ricordi.
Stefano Cordeschi – www.calciopress.net