La sentenza numero 4081 della Corte di Cassazione (Sezione Penale) pone, da oggi, un paletto preciso. I cori ripetuti contro le forze dell’ordine (polizia, carabinieri e quant’altro) sono considerati reato, anche se non riferiti a un singolo agente ma all’intera categoria della Polizia di Stato. Ciò in quanto, come recita testualmente il dispositivo, “la Polizia di Stato ha diritto al rispetto e alla onorabilità di qualsiasi altra categoria professionale”.
Un punto di vista che è costata la condanna a cinque mesi e dieci giorni di reclusione a Gaetano S., tifoso del Crotone (squadra che attualmente milita nel campionato nazionale di serie B). Come precisa la sentenza si ravvisa infatti nella sua condotta “istigazione all’ingiuria” perché “con il megafono sollecitava gli altri ultrà durante la gara Crotone-Reggina del 27/08/2006 a ripetere slogan come ‘Celerino pezzo di m…’ e ‘Poliziotto primo nemico’ perlatro in maniera del tutto gratuita e immotivata, perché non c’era alcun disordine”.
L’ultrà crotonese, in primo grado, era stato invece assolto dal Gup per non aver offeso una singola persona. Nel maggio 2009 la Corte di Appello di Catanzaro aveva già ribaltato la sentenza e trasformato l’assoluzione in condanna perché “non si può avallare un’artificiosa distinzione tra i singoli appartenenti a una categoria e la categoria stessa”.
La Cassazione si è uniformata. Da oggi, insultare le forze dell’ordine potrebbe costare caro a livello penale.
Emma Rotini – www.calciopress.net