La sicurezza negli stadi italiani resta una sorta di Araba Fenice. E’ del tutto ragionevole infatti, alla luce dello svuotamento progressivo che sta determinando in tutti gli impianti italiani (ridotti a cattedrali nel deserto), pensare che se ne potrà toccare con mano la concreta materializzazione.
Emblematica e paradossale, in questo senso, la vicenda kafkiana nella quale è incappata una famigliola di Parma. Galeotta l’intenzione di raggiungere Siena per assistere alla partita della loro squadra del cuore. L’hanno raccontata al sito web dei Boys Parma. Ci limitiamo a riportarvela. Non servono commenti, perché parla da sola.
“Ciao ragazzi, chiedo un po’ del vostro spazio per raccontarvi la nostra domenica a seguito del Parma: partiamo al mattino con i nostri tre figli (di 7, 5 e 2 anni) con sciarpe e bandiere e ci rechiamo a Siena. Una volta arrivati, andiamo in biglietteria per acquistare i biglietti. E qui, con la solerte, e scontrosa, addetta alla vendita che sorgono i problemi: sappiamo che i biglietti per il settore ospiti non sono in vendita e quindi chiediamo di avere i biglietti per la curva San Domenico facendo presente di avere con noi tre bambini. La signora ci chiede: documento d’identità e codice fiscale dei bambini e ci chiede di pagare anche per loro il biglietto a prezzo intero. Facciamo presente che il più piccolo dei nostri figli ha solo 2 anni, ma la signora, piccata, ribadisce che a Siena pagano tutti, che i biglietti omaggio non esistono per nessuno e ci chiede ancora di presentare il documento d’identità ed il codice fiscale del bambino. A questo punto, io e mio marito, rifiutandoci di sottostare ancora una volta alle assurde leggi che regolano l’accesso agli stadi (anche ai bambini) e che solo ed esclusivamente sulla carta vogliono riportare le famiglie allo stadio, ce ne siamo andati a fare un giro per Siena… Ci siamo rifiutati di presentare documenti vari per un bimbo di 2 anni che vuole assistere ad una partita di calcio con mamma e papà. Saluti a tutti (Silvia, Lorenzo, Gian Marco, Tommaso e Giulio)”.
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