Una lezione d'autore quella tenuta da Mauro Sandreani in una saletta del bocciodromo, adiacente al campo sportivo del Bikkembergs Fossombrone, sugli schieramenti e i moduli di dodici partite del Mondiale in Sudafrica. Descrizioni dettagliate e puntigliose sulle tattiche adottate dalle principali finaliste della competizione iridata sotto gli occhi attenti dei colleghi dell'A.I.A.C. (Associazione Italiana Allenatori di Calcio) di Pesaro e Urbino. Dall'esame in questione la difesa a 4 viene ritenuta quella più affidabile (solo 5 squadre su 32 adottano solo 3 difensori) e il centrocampo con il doppio mediano (4-4-2 e 4-2-3-1) è quello più gettonato con la copertura di più spazi possibili in funzione del risultato. Per Sandreani (presidente A.I.A.C. di Pesaro e Urbino): “Il calcio offensivo di possesso è una prerogativa delle formazioni sudamericane con un'impostazione di gioco lenta, manovrata e sofisticata per le improvvise accelerazioni dei solisti rispetto al calcio diretto o verticale.
Ma il 4-2-3-1 visto nell'Argentina e nel Brasile – continua il tecnico di origini romane – è un modulo dispendioso come energie fisiche e mentali con flussi continui nella metà campo per cercare la profondità degli attaccanti, allungano la squadra per dare spazio alle inventive del trequartista. ” Germania, Olanda, Spagna, Portogallo, Francia e Italia applicano lo stesso 4-2-3-1 con modalità diverse. Lo spiega in modo analitico e preciso lo stesso Sandreani: “I tedeschi, arricchiti da una maggiore fantasia rispetto al calcio rigido e ordinato del passato con quattro talenti di genitori immigrati, lavorano molto sulla trequarti grazie ad Ozil, creando superiorità numerica sulle fasce soprattutto con Lahm, e fanno un buon lavoro per le punte con il mediano Schweinsteiger.”
Qualche pecca per gli olandesi: “Hanno un ottimo possesso palla con un calcio pulito, ma mancano soprattutto di accelerazioni in attacco senza l'infortunato Robben con troppi fraseggi e poca profondità. “ Meglio gli spagnoli: “Applicano la cosiddetta “transizione”, portando tanti giocatori nella metà campo avversaria con una squadra assai corta e gran pressing a centrocampo, in modo tale da chiudere sempre gli spazi anche se viene perso il pallone con un mediano alto e uno basso.” Discreti i portoghesi: “Con un 4-2-3-1 truccato hanno una forte spinta dai terzini arrembanti insieme alle ali per dare ampiezza alla manovra, ma i ritmi sono piuttosto bassi senza marcature preventive a rischio contropiedi.” Malissimo i francesi, quasi eliminati dal Mondiale: “Non c'è stato un ricambio storico con il tappo dei vecchi, come Gallas, Anelka e Evra con gravi problemi di spogliatoio per mancanza di una comunicazione efficace da parte di Domenech.” “No comment” sugli azzurri di Marcello Lippi, attesi dalla sfida decisiva contro la Slovacchia giovedì prossimo.
Luigi Spatalino – www.calciopress.net