La sorte della Cavese ha un andamento da elettrocardiogramma, passa da picchi di ottimismo a baratri d’angoscia. Solo due giorni fa il Sindaco annunciava che la situazione stava evolvendosi per il meglio e l’assessore allo sport Carmine Adinolfi si era lasciato andare ad un entusiastico «il 30 Giugno festeggeremo la salvezza della Cavese». L’assemblea svoltasi nel pomeriggio di lunedì tra gli imprenditori e l’amministrazione ha prodotto un verbale (reso pubblico) in cui si rende disponibile al Sindaco il denaro necessario a ricapitalizzazione, iscrizione e fidejussione bancaria solo una volta ottenute le liberatorie firmate da tutti i calciatori. Ma le firme non sono giunte in numero completo. Ne mancherebbero infatti sette, da parte di calciatori che con la Cavese avevano sottoscritto anche un contratto definito «di adeguamento economico».
Dopo un incontro caldo avvenuto ieri sera con la nuova cordata pare che Della Monica, messo alle strette, si sia impegnato a versare la somma ai calciatori. Questa mattina il sindaco Galdi si è recato a Firenze per depositare la domanda di iscrizione e la quota di 31mila euro necessaria e prelevata dalla raccolta fondi (arrivata a oltre 150mila euro). Manca però la fidejussione che Giovanni Lombardi, a titolo personale, verserà una volta risolti i debiti relativi alla S.S. Cavese con questi calciatori. La nuova cordata presenterà la documentazione completa entro il 5 Luglio (giorno in cui scadrà la proroga fallimentare), solo dopo aver ottenuto dalla vecchia proprietà documenti relativi al bilancio consuntivo a tutto il 30 Giugno 2010. Si andrà così verso un deferimento alla Co.Vi.Soc. che costerà qualche punto di penalizzazione, considerato il male minore. «Vogliamo salvare la Cavese – ha detto Gino Montella, tra i promotori principali della cordata, a un gruppo di tifosi che chiedevano lumi sulla situazione -, ma non abbiamo intenzione di assumerci debiti di cui non siamo diretti responsabili. Hanno provato a nasconderci le carte, inventandosi questa cosa degli assegni circolari depositati direttamente in Lega e di tutto il resto non volevano darci conto».
I tifosi vincono, comunque. Se le speranze della Cavese, ad oggi, sono ancora accese è soprattutto per merito dei sostenitori aquilotti. Il loro sussulto d’orgoglio durante l’incontro pubblico del 18 giugno scorso ha dato all’amministrazione un segnale decisivo per intraprendere la raccolta fondi e, soprattutto per tentare la strada della cordata locale. In più, ogni giorno e fino a notte fonda, decine di persone attendono davanti all’entrata secondaria del municipio cavese, speranzosi di ricevere novità confortanti da assessori, giornalisti e imprenditori. Un calvario morale, per loro che considerano la propria squadra una ragione di vita; per quanti vedono nella Cavese un veicolo di rilancio per l’intera città. I tifosi, con i loro contributi economici ma soprattutto col loro affetto, la loro apprensione, la loro ansia, sono lì, a tenere la mano all’amico in fin di vita… sperando che quell’elettrocardiogramma non si appiattisca e che il cuore del calcio cavese torni a pulsare.
Davide Lamberti – www.calciopress.net