Il vicepresidente della Figc, Demetrio Albertini, aveva toccato il tema già un paio di mesi fa (leggete QUI i particolari) e lo riprende oggi con ancora maggior vigore. Stiamo parlando dell’iscrizione in Lega Pro delle “squadre B” della Serie A TIM.
Lo rende noto il quotidiano Tuttosport al quale l’ex calciatori, oggi dirigente federale, spiega: “In Italia i talenti esplodono a 23-24 anni, all’estero a 18-19. Per risolvere il problema bisogna dare a chi esce dalla Primavera e non è pronto per giocare in serie A, l’opportunità di confrontarsi con giocatori più esperti e maturi”.
Considerato che tali opportunità i giovani calciatori non riescono più a trovarle in Serie B, ecco l’idea di scendere di categoria. L’ipotesi prospettata da Albertini è di quelle che potrebbero cambiare la faccia a un calcio minore ormai alla canna del gas: “Si è aperto un tavolo presieduto dal presidente della Lega Pro Mario Macalli, e al quale partecipano tutte le componenti del nostro calcio, che si occuperà di trovare una soluzione”.
Quanto tempo occorrerà per trovare la soluzione “è difficile dirlo adesso – sottolinea l’ex centrocampista di Milan e Nazionale – ma l’auspicio è riuscirci in due anni”.
Le soluzioni, per il vicepresidente federale, sono già confezionate. Il calcio estero indica le strade da battere, si tratta solo di scegliere quale imboccare: “In realtà non dobbiamo sperimentare nulla. In Spagna, Inghilterra, Francia e Germania esistono da tempo realtà intermedie tra il settore giovanile e la massima divisione. Questa struttura ha dato i suoi frutti: si tratta di ritagliare una formula su misura per il nostro calcio”.
Le ipotesi sono due: a) in Inghilterra c’è un campionato riserve, senza promozioni o retrocessioni, in cui i giovani giocano con chi non trova spazio in prima squadra; b) in Francia, Germania e Spagna i club hanno una seconda squadra (la cosiddetta “squadra B”) che gioca nelle divisioni inferiori, è soggetta a promozioni e/o retrocessioni e non può mai disputare lo stesso campionato della squadra principale.
Quale percorso imboccare per il rilancio del settore giovanile? “La scelta della formula – precisa il vicepresidente federale – spetta al tavolo che ha appena iniziato a lavorare. Così come la struttura delle nuove squadre e il tipo di legame che potranno avere con la formazione principale. In Germania Luca Toni, prima di passare alla Roma, giocava nella squadra riserve del Bayern in terza divisione nazionale. In Spagna i giocatori possono passare dalla squadra riserve a quella principale a stagione in corso ma, dopo aver disputato un certo numero di partite, non possono più scendere nella formazione riserve”.
Ad Albertini l’idea che piace di più è quella di “squadre B” iscritte al campionato di Lega Pro: “Già oggi in Lega Pro le società, per ottenere i contributi federali, danno abbastanza spazio ai giovani. Però un’Inter B, potendo permettersi senza problemi di perdere anche due o tre partite consecutive, darebbe ovviamente ancora più possibilità ai suoi giovani. E il campionato di Lega Pro è molto formativo: ci sono elementi esperti, si gioca per i tre punti e c’è l’agonismo giusto”.
Tutto bene, dunque, almeno a parole. Si tratta di vedere, nei fatti, cosa ne pensano il presidente della Lega Pro Mario Macalli e i club iscritti alla terza/quarta serie nazionale (attualmente 86).
So. Gian. – www.calciopress.net