Noia e sbadigli caratterizzano il derby pugliese tra Andria e Taranto. Poche le emozioni, sopratutto in una prima frazione soporifera. Qualche emozione si registra solo a metà ripresa, ma il risultato non si schioda dallo 0-0. Alla fine prevale la paura di perdere abbinata all’eccessivo tatticismo. Il salomonico pari accontenta entrambe le compagni che possono continuare a rincorrere i rispettivi obiettivi: da una parte gli andriesi protesi verso la conquista della salvezza, dall’altra gli jonici a caccia della zona play off.
Cronaca. L’inizio match ha ritmi discreti, la confusione però preclude lo sviluppo di azioni pericolose che restano in embrione. Bisogna attendere il 17′ per segnalare il timido colpo di testa del rossoblu Girardi. La sfera risulta facile preda di Spadavecchia. La risposta dei locali giunge al 27′ con la girata, dal vertice dell’area jonica, di Statella. Lo stile e la coordinazione dell’esterno è impeccabile, la precisione lascia a desiderare: la sfera si spegne sul fondo. Il primo tempo è tutto qui. Ad inizio ripresa una tegola si abbatte sul Taranto: il capitano Migliaccio al 4′ è costretto ad abbandonare il terreno di gioco per infortunio (sospetta distorsione al ginocchio sinistro). Il suo posto, al centro della difesa tarantina, viene preso dall’ex varesino Coly, che esordisce in maglia rossoblu. Sull’altro fronte Papagni tenta di fornire maggiore brio all’attacco sostituendo l’abulico Anaclerio con il neo acquisto Cozzolino. L’assetto tattico biancazzurro, invece, resta immutato sul 4-4-2 iniziale. Al 14′ ci prova Coletti su punizione: il suo destro è debole e si spegne tra le braccia di Bremec. Dall’altra parte (al 20′) un velenoso tiro-cross di Garufo mette in apprensione Spadavecchia: la palla, comunque, sorvola la traversa. Anche mister Dionigi tenta di sparigliare l’attacco al 21′ avvicendando il poderoso Girandi con il longilineo Sy. Immutato il modulo, che resta ancorato sul 3-4-2-1 di partenza. Proprio il neo entrato ha una buona opportunità al 22′ su assist di Garufo, ma l’estremo locale è lesto ad opporsi al destro dell’ex reggino. I padroni di casa vivono il loro momento migliore a metà del secondo tempo: al 23′ la bordata da fuori area del solito Statella incontra la parata in tuffo del prodigioso Bremec, mentre, due minuti più tardi, è Caretta a divorarsi la più ghiotta occasione del match. Il giovane esterno è il terminale di una fulminea ripartenza biancazzurra, ma si lascia ipnotizzare dal portiere jonico calciando un mancino telefonato. La girandola delle sostituzioni non muta la sostanza dell’incontro. L’ultimo sussulto lo vive Spadavecchia nei minuti di recupero (al 48′ per la precisione): il numero uno andriese è costretto in corner dal sinistro scoccato dal limite da Di Deo. Termina in parità tra gli sbadigli e qualche mugugno dei quattromila tifosi presenti.
Enrico Losito – www.calciopress.net