(Calciopress – Stefano Cordeschi) Quello che è accaduto a Foggia non si può giustificare. Abbiamo sempre parlato di Zeman come un signore, ponendo l’accento sulla sua indiscussa capacità di smorzare gli animi e di sostenere un fair play al di là del comune. Ma il suo Foggia l’ha combinata grossa e, sebbene il boemo cerchi in tutti i modi di sminuire l’accaduto, quello che è avvenuto allo Zaccheria è stato di una bassezza unica.
Siamo al 40’ della ripresa, con il Gela in vantaggio sul Foggia per 2 a 1. Gli ospiti mettono fuori la palla in quanto Salomon (giocatore del Foggia) resta a terra a seguito di un contrasto di gioco. Tutti si aspettano la restituzione della palla da parte dei Satanelli che, al contrario, innescano con la rimessa laterale il contropiede di Agodirin con il Gela impietrito che aspetta di vedersi restituito il favore. Il colored foggiano entra in area, la palla arriva a Sau e il gol del pariè cosa fatta.
Ma a capire subito di averla fatta grossa è proprio Sau che, invece di gioire per la rete del pari, si porta mestamente verso il centro del campo. Di li a poco scoppia una mega-rissa, che costringerà il direttore di gara a dichiarare chiuse le ostilità. Un brutto gesto, di quelli che fanno veramente male al calcio. Un gesto che non si può sminuire asserendo che gli avversari stavano perdendo tempo. Purtroppo il calcio ormai è questo, altro che terzo tempo. Siamo lontani anni luce dalla semplice lealtà sportiva, figuriamoci parlare di abbracci a fine gara.
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Stefano Cordeschi – www.calciopress.net