(Calciopress – Redazioneweb) E’ in programma lunedì 17 dicembre l’assemblea per eleggere il nuovo presidente della Lega Pro (QUI i particolari).
Mario Macalli cerca la conferma per il quinto mandato consecutivo alla testa della Prima e Seconda Divisione nazionale, ma dovrà vedersela con la candidatura di Gabriele Gravina, che cercherà di strappargli la carica.
“Mi candido – ha detto Gravina – perchè la Lega Pro ha bisogno di un profondo rinnovamento. Non è più tempo di sogni e di grandi proclami pre elettorali ma abbiamo bisogno di creare un vero sistema imprenditoriale che si basi sul dialogo e il confronto. Vorrei idealmente dare le chiavi degli uffici della Lega Pro a tutti i 69 presidenti delle società iscritte e dire ‘questa è casa vostra’”.
Secondo Gravina, ” la Lega Pro è stato un vero e proprio laboratorio sul piano delle regole gestionali ed una palestra sul piano tecnico. Questa mission si è indebolita a causa di regole stringenti e talvolta inutilmente penalizzanti per i club ed una gestione tecnica che ne ha indebolito la qualità del prodotto sportivo. La crisi della nostra Lega nasce dalla fuga degli imprenditori, degli sponsor, dei giovani di valore. La dolorosa riduzione degli ultimi anni è frutto di questo scarso appeal di un prodotto che ha perso la propria forza, anche numerica, e la propria identità sportiva”.
Per Gravina è necessario decongestionare la gestione economico-finanziaria dei club, consentendo loro di fare investimenti sul piano strutturale e tecnico. “L’attuale sistema delle fidejussioni porta ad una immobilizzazione di circa 30 milioni di euro, che, con le linee tracciate per la riforma, arriveranno a 36”.
Occorre accrescere le risorse commerciali della Lega. “Oggi la Lega Pro è una sorta di ente assistenziale, che distribuisce risorse che non sa creare. Occorre che la Lega comprenda il suo ruolo di azienda e si preoccupi di attrarre sponsor, di instaurare partnership commerciali, di vendere veramente i propri diritti radio-televisivi”.
Vanno ridotti i costi di gestione. “Accanto al percorso, non facile ma da perseguire, di un riconoscimento dell’apprendistato sportivo”, vanno attuate convenzioni sui servizi ai club che ne riducano, in economia di scala, le spese. Ma anche qui, la Lega deve dare l’esempio. I suoi costi gestionali sono abnormi, a cominciare dal mantenimento della sede, sia per la congiuntura economica attuale e sia per il ridotto numero di club da gestire”.
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