Il calcio sa talvolta regalare storie memorabili che, riportandoci alle sue più vere e antiche radici, aiutano a riflettere sul fatto che il football resta (nonostante tutto) null’altro che un magnifico gioco.
Come ha scritto l’indimenticato Gianni Brera in una citazione tratta da un articolo sul grande Diego Armando Maradona, “il calcio si eleva di tre spanne agli occhi di coloro che, sapendolo vedere, lo prediligono su tutti i giochi della terra”.
Uno sport che sa diventare bellissimo. Capace di riscaldare i cuori, di suscitare sensazioni represse, di far innamorare tifosi vecchi e giovani, di riunire intere comunità intorno a quegli undici uomini che sul campo indossano le maglie con i colori delle nostre città.
Calciopress ha già raccontato di quanto seppe fare il Calais, nel 2000 (“Alè Calais, per riscoprire che il calcio è bellissimo”).
E poi della mirabilie del Quevilly, nel 2012 (“Quevilly come il Calais, finalista in Coppa di Francia“).
Stavolta tocca a una squadra italiana di Serie B, il Carpi, che sta per concludere la miracolosa impresa di salire in Serie A dalla Serie D in un arco di appena cinque anni.
Sorprendente è però soprattutto il modo in cui questa rincorsa mozzafiato è maturata, prendendo il via da una semifinale play off di Serie D giocata dal club emiliano allo stadio “Simpatia” di Pianura.
Una (stra)ordinaria storia di calcio. La prova che nella vita nessuna missione è impossibile e che la realtà riesce spesso a superare la fantasia.
Leggetela, se ne avete voglia (“Carpi, come passare in pochi anni dal Pianura alla Serie A”).
Sergio Mutolo – www.calciopress.net