La Sezione Disciplinare del Tribunale Federale Nazionale, presieduta da Sergio Artico, ha inflitto a Mario Macalli sei mesi di inibizione per il caso Pergocrema (QUI). Un esito che consente al presidente della Prima Divisione Unica di Lega Pro di conservare tutti i suoi numerosi incarichi.
Per disarcionarlo dalla poltrona di consigliere e vicepresidente della Figc, sarebbe stata necessaria una pena superiore a 12 mesi. Per provare a calendarizzare da subito nuove elezioni in Lega Pro, sarebbe occorsa una squalifica superiore ai sei mesi comminati (a fronte degli otto richiesti dalla Procura Federale di Palazzi). Nessuna delle due condizioni si è però verificata. La pena di sei mesi lascia sostanzialmente le cose come stanno.
Altra questione sarebbe quella etico-politica sollevata da questa sentenza. L’inibito Macalli dovrebbe restare al suo posto in Lega Pro, delegando per sei mesi la governance della terza serie nazionale a uno dei due vicepresidenti?
A questo proposito va chiarito che restano a sua disposizione altri due gradi di giudizio (Corte Federale d’Appello e Collegio di garanzia del Coni) ai quali adirà sicuramente per vedere riconosciuta la propria totale innocenza (è stato assolto per il fallimento del Pergocrema, ma non per la contestuale registrazione dei marchi).
Un fatto è certo. Macalli , 78 anni e da 18 a capo della Lega di Firenze, non ha alcuna intenzione di dimettersi. Tanto meno di mollare sul caso Pergocerma, per il quale è stato assolto con formula ampia in sede penale.
Redazioneweb – www.calciopress.net