È stata presentata presso la Sala della Regina della Camera dei Deputati a Roma la sesta edizione del ‘ReportCalcio’ (per il documento integrale clicca qui).
Lo studio della FIGC è stato sviluppato in collaborazione con AREL (Agenzia di Ricerche e Legislazione) e PwC.
Il Report, strutturato in otto capitoli, analizza i numeri relativi alla dimensione dell’attività a livello professionistico, dilettantistico e giovanile, dal profilo sportivo, mediatico e commerciale delle Nazionali italiane a quello economico, fiscale e previdenziale del mondo professionistico, mentre i dati relativi al numero complessivo di spettatori offrono lo spunto per analizzare la situazione degli stadi italiani.
Molto significativi i dati relativi al numero di spettatori presenti negli stadi italiani nel corso della Stagione Sportiva 2014-2015.
La situazione continua a rimanere fortemente critica. Il riempimento medio della capienza supera il 50% solo in Serie A, per poi scendere al 41% in Serie B e al 24% in Lega Pro.
La Top Division italiana continua a mostrare dei dati fortemente penalizzanti nel confronto con le altre best practice europee, tanto che il numero complessivo di posti rimasti invenduti ha superato nel 2014-2015 gli 8,4 milioni, rispetto agli appena 1,3 della Top Division tedesca e agli 1,4 di quella inglese.
Il potenziale economico ancora inespresso appare significativo: nell’ipotesi di riempimento della capienza dell’80% degli impianti (rispetto al 55% attuale), i club della Top Division italiana sarebbero in grado di ottenere quasi 100 milioni di euro di ricavi da gare aggiuntivi, dato che sale a quasi 178 milioni nel caso di utilizzo del 100% dei posti disponibili.
Lo scenario appena descritto si connette alla notoria arretratezza degli impianti calcistici italiani, per quanto riguarda in particolare il profilo infrastrutturale e il livello dei servizi offerti.
L’età media degli impianti italiani passa dai 64 anni della Serie A ai 68 della Serie B, per poi scendere ai 59 della Lega Pro.
La percentuale di posti coperti raggiunge il 77% in Serie A, mentre in Serie B e Lega Pro risulta inferiore al 35%. La presenza di impianti che utilizzano fonti rinnovabili di energia continua a rappresentare un’eccezione (dal 25% della Serie A fino al 5% della Serie B)-
La percentuale di stadi che possono essere utilizzati per fini alternativi oltre alle partite di calcio supera il 50% solo in Serie A (dove raggiunge il 69%).
La presenza di punti vendita per attività commerciali, risorsa fortemente valorizzata nei principali campionati esteri, si riscontra solo nel 27% dei casi in Serie B e nel 45% in Lega Pro, mentre in Serie A l’incidenza raggiunge il 69%.
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