Calciopress ha confrontato le presenze registrate nella prima semifinale dei playoff di Lega Pro che si è giocata al Franchi di Firenze con quelle dei tre turni precedenti (“Playoff di Lega Pro, la prima semifinale un flop?“).
Lo stadio era praticamente deserto. Le due tifoserie sono state disperse in settori seminascosti dell’impianto. I 1.643 sostenitori gialloblù confinati nel periferico “formaggino” e i circa 500 “ramarri” sistemati in uno spicchio adiacente la tribuna centrale.
A prescindere dalla mediocre partecipazione di pubblico in termini strettamente numerici, legata forse alla scelta della data coincidente con un giorno infrasettimanale lavorativo, l’esito è stato uno spettacolo kafkiano. Sia vissuto dal vivo che nelle immagini tv trasmesse in diretta da Rai Sport.
Vedremo cosa accadrà stasera in occasione di Alessandria-Reggiana e poi nella finale, che si giocherà sabato sera nello stesso stadio – ad appena tre giorni di distanza dalla seconda semifinale – tra due squadre fisicamente provatissime.
Meglio sarebbe stato disputare le ultime due gare prima della finale su un campo neutro, se questa era la volontà, però di dimensioni compatibili con il pubblico che la Lega Pro è in grado di mettere insieme in un giorno feriale. Oppure scegliere un giorno festivo o pre-festivo, se proprio si voleva che lo stadio fosse il Franchi.
Non sembra propriamente questo il modo di attrarre tifosi in terza serie nazionale, soprattutto in concomitanza con eventi storici per la vita di un club quali la semifinale che può significare l’accesso alla B.
Quando si fanno queste scelte si dovrebbe partire dal presupposto che la quasi totalità dei club di terza serie sono espressione delle città e dei tifosi del contesto territoriale, vale a dire società di stampo prettamente provinciale.
A chi dovrebbe essere demandato in Lega Pro, sia in questa che in altre circostanze (vedi catastrofici passaggi di proprietà o improvvisi abbandoni del patron di turno), tutelare gli specifici interessi delle città e dei tifosi ? Questa è la domanda.
Sergio Mutolo – www.calciopress.net