In serie C va in scena il solito teatrino di mezza estate, l’ennesimo da molti lustri a questa parte.
La Figc guidata da Carlo Tavecchio ha fissato in 56 il numero dei club ammessi a partecipare al campionato 2017-2018 (l’anno scorso furono 60, di cui 48 al termine delle iscrizioni e 12 dopo le procedure di ripescaggio-riammissione).
La Lega di Firenze ha dovuto fare buon viso a cattivo gioco. Il presidente Gabriele Gravina e il Consiglio Direttivo hanno deciso di suddividere il lotto delle società ammesse in tre squilibrati gironi: uno da 20 e due da 18 (QUI per una prima analisi).
Il girone A dovrà dunque giocare quattro gare in più. Solo un club su venti sarà promosso direttamente in Serie B. Per contro, le retrocessioni saranno due. Più fortunate le società inserite nei gironi B e C che, oltre a disputare quattro gare in meno, dovranno fare i conti con una sola retrocessione.
Rimane poco comprensibile e tanto meno condivisibile, anche sotto il profilo delle maggiori spese da affrontare per trasferte, una linea di condotta che pone su piani oggettivamente diversi i club inseriti nel girone A rispetto a quelli che hanno avuto la sorte di trovarsi catapultati negli altri due gironi.
Tutto avviene in un silenzio mediatico assordante, anche perché il campionato di terza serie non gode da tempo di alcuna attenzione da parte della stampa sportiva nazionale. Si tratta di una categoria sostanzialmente relegata a livello provinciale.
Ma con l’avvento della nuova governance affidata a Gravina non avrebbero dovuto cambiare radicalmente percorsi e prospettive? Cosa bisognerà ancora vedere per toccare il fondo?
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