Secondo i vocabolari della lingua italiana, si definisce provvisorio ciò che è “privo di solidità e sicurezza”.
In ambito calcistico sembra paradigmatico, in questo senso, il campionato di Serie C. L’assenza di certezze in questa categoria inizia con regolarità svizzera, ogni estate che Dio manda in terra, dall’incredibile tormentone del format.
Quest’anno le cose non sono cambiate, nonostante le rassicurazioni della Lega di Firenze. Sulla carta sono stati esclusi dalla Figc solo quattro club. Anzi tre, considerata la vicenda del Bassano passato armi e bagagli al neonato L.R. Vicenza Virtus.
Dovremmo ritenerci contenti, ma la realtà è ben diversa. La disegna con crudo realismo l’avvocato Umberto Calcagno (vice-presidente dell’Assocalciatori), in un’illuminante intervista rilasciata a Sebastian Donzella del sito specializzato tuttoc.com. Vi invitiamo caldamente a >>> leggerla integralmente QUI.
Ne esce fuori un contesto disastrato sul quale non vale più la pena dilungarsi oltre perché ormai sono finite le parole, cui si cerca di porre rimedio con toppe di ogni genere.
Fatto sta che la carenza diffusa di sostenibilità economica continua a esporre un elevato numero di club della terza serie nazionale alle scorribande di millantatori di ogni genere. Manipoli di nani e ballerine ormai popolano le cronache della C. Il calcio giocato ha sempre meno spazio e rilievo. I tifosi sono stanchi e disincantati.
In questa categoria tutti sono precari. Chi segue le regole e chi non le segue. Inesorabilmente la C viene trascinata verso il baratro, nella sostanziale indifferenza del sistema calcio italiano. Per la serie, muoia Sansone con tutti i Filistei.
Sergio Mutolo – www.calciopress.net