Serie A Femminile, il territorio è una risorsa fondamentale?

Sono giorni difficili per la Florentia San Gimignano. Il presidente del club neroverde, Tommaso Becagli, è stato il visionario artefice di un progetto “unico al mondo”. La decisione di allocare una società di Serie A Femminile in un contesto come San Gimignano, peculiare ma periferico, si radica su un presupposto imprescindibile. Il legame con il territorio è fondamentale per la sostenibilità nel tempo di un Club calcistico.

Per spiegare le ragioni che rendono il contesto cruciale per la crescita e per la sostenibilità di una società di calcio, soprattutto in ambito femminile, prendiamo in prestito i concetti più volte espressi da Lorenzo Giudici (dirigente della Florentia San Gimignano).

  • Cosa vuol dire per un Club coinvolgere il territorio? Significa, in un’epoca in cui purtroppo dei punti di riferimento storici vengono a mancare, essere un punto di riferimento simbolico e materiale per la comunità.
  • Un Club deve essere consapevole di avere le risorse per occuparsi dei temi che sono maggiormente sentiti dalla popolazione.
  • Lo sport è un elemento indispensabile per la salute di un territorio, oggi resa precaria dai tagli alla sanità, e il Club ha un enorme potere di azione su questo tema.
  • Il Club può essere uno straordinario strumento di valorizzazione del patrimonio artistico e naturalistico di un territorio.
  • Il Club può essere il centro di una rete di solidarietà capace di stringere i legami di un territorio.
  • Lo stadio è spesso lo spazio più grande che ogni comunità ha a disposizione: invece di essere sempre chiuso potrebbe ospitare le iniziative delle tante realtà del territorio che faticano a trovare i giusti luoghi.
  • La potenzialità del Club di raccogliere volontari è notevolmente alta.
  • La scuola calcio, con 300.000 bambini iscritti ogni anno, è la terza agenzia formativa in Italia dopo famiglia e scuola. Non si può fare scuola calcio senza avere questa consapevolezza. Senza avere forti legami con gli istituti scolastici. Senza che gli istruttori non siano formati anche come educatori e che non siano riconosciuti per il ruolo fondamentale che svolgono. Non si può fare e la FIGC sbaglia a non comporre un piano serio per cambiare la situazione.

L’interazione con il territorio non può, però, che essere binaria. Se un Club progetta di aprirsi al territorio, il territorio dovrebbe dare in cambio forme anche concrete di sostegno. La vicenda che si sta delineando a San Gimignano è paradigmatica. Mette le parti in causa di fronte alle rispettive e oggettive responsabilità.

Il Club ha effettivamente operato a favore del territorio? Se la risposta è si, il territorio dovrebbe dare al presidente di quel Club – nello specifico Tommaso Becagli – ogni forma possibile di sostegno e di materia prima per farlo recedere dalla decisione di trasferire il titolo sportivo a una realtà metropolitana qual è la Sampdoria di Ferrero.

Se ciò avvenisse, sarebbe una sconfitta storica per l’intero movimento. Il futuro e la sostenibilità del calcio femminile italiano, giunto alle soglie del passaggio allo status professionistico, passano anche attraverso scelte epocali come queste.

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