Le criticità dell’era professionistica in Serie A Femminile: ‘se me l’avevi detto prima’

Non dite che non l’avevamo detto (nella foto la Nazionale Femminile Under 19 guidata da Enrico Sbardella, vero serbatoio per il calcio femminile che verrà).

👉🏽 L’articolo che segue è stato pubblicato da Calciopress il 15 maggio 2021, quindi in epoca assolutamente non sospetta.

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L’era professionistica della serie A Femminile è ormai alle porte, ma le linee guida istituzionali che portano in questa direzione ancora non ci sono. In questo contesto si inserisce l’intervista rilasciata a L Football da Rebecca Corsi (nella foto, tratta da Empoli Channel), presidentessa dell’Empoli Ladies, che esprime forti perplessità su questo epocale passaggio e apre la porta a un dibattito che appare sempre più urgente e necessario 👉🏿 “In Serie A Femminile il professionismo è sostenibile?”

Quando ci si trova nell’imminenza di transizioni così ardue, occorre puntare il dito sulle criticità di una categoria che sembra pronta fino a un certo punto ad attraversare il guado. In particolare servono progetti coerenti, che assicurino sostenibilità economica in un momento di grave crisi finanziaria determinata dalla pandemia. In questo senso Rebecca Corsi è stata un’apripista. Il dibattito è aperto.

I contributi degli addetti ai lavori diventano indispensabili. Secondo Calciopress le criticità da affrontare a monte sono davvero numerose. Se lasciate irrisolte rischiano di inficiare il progetto prima ancora che parta. Il punto focale è che:

I diritti contenuti nella Riforma dello Sport voluta dal ministro Spadafora – su cui di fatto si fondava la transizione allo status professionistico della Serie A Femminile – sono stati smantellati dal Governo Draghi. L’intera riforma è slittata al 31 dicembre 2023. Se ne riparlerà nel 2024 👉🏿 LEGGI QUI. La FIGC del presidente Gabriele Gravina confermerà il professionismo della serie A Femminile a partire dalla stagione 2022-23 oppure lo rinvierà?

A prescindere, sul tappeto ci sono numerosi altri temi cruciali:

  • La strada verso il professionismo è un processo fisiologico e naturale, tuttavia al momento manca una progettualità che riesca a sostenerne le ragioni. Il rischio incombente è correre verso una meta senza sapere poi dove andare.
  • Manca del tutto, al sistema calcio-femminile un sostegno economico strutturale. Le risorse che attualmente provengono dai diritti televisivi e commerciali sono insufficienti a coprire anche soltanto il 5% del costo medio per gestire una stagione di Serie A.
  • Occorrerebbe mettere a confronto tutte le componenti del sistema calcio femminile, che non sono per niente omogenee, cercando di analizzare i numerosi punti deboli di questo percorso.
  • L’ostacolo principale per attivare gli strumenti di sistema necessari per sostenere il passaggio a un professionismo stabile e sostenibile della Serie A Femminile è la mancata introduzione della ripartizione dei ricavi derivanti dalla vendita collettiva dei diritti audiovisivi.

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