Nel calcio femminile esistono progetti federali poco pubblicizzati e talora non adeguatamente regolamentati: eppure sono la strada per avviare le bambine a questo sport e per metterlo in connessione con il territorio di riferimento

Nei giorni scorsi – sia su Calciopress sia su Linkedin – ci siamo diffusamente soffermati sull’annoso problema del reclutamento delle bambine per innescare una crescita reale del calcio femminile, che passa attraverso l’incremento esponenziale del numero delle tesserate.

In questo senso ci sono progetti federali già attivi (quali il ➡️ ‘Torneo Under 12, il ➡️ Calcio + 15 e l’istituzione della nuova ➡️ Nazionale Under 15) che rappresentano allo stato delle cose – pur se perfettibili e anche rimodulabili, in modo da ottenere modalità di reclutamento le più diffuse possibili nell’ambito di tutto il territorio italiano nessuna area esclusa – la strada migliore da seguire per mettere in connessione il calcio femminile con il contesto di riferimento.

Il movimento rosa, salvo sprazzi contingenti (come il Mondiale di Francia del 2019 al quale – per troppo tempo – ci si è continuati ciclicamente a riferirsi per sedare gli attacchi ansiogeni suscitati dalla effettiva realtà delle cose), abita una sorta di ‘terra di nessuno’ oggettivamente sprovvista di visibilità a livello mediatico.

Il fatto è che, se non riesce a sfondare la Serie A femminile professionistica (di fatto emarginata e ignorata a livello informativo), come si pensa che possa accadere per forme di reclutamento a livello territoriale che sono oggettivamente la linfa dell’intero movimento? Progetti ai quali  vengono riservati minuscoli e misconosciuti ritagli informativi?

Il compito degli addetti ai lavori sarebbe (è) quello di informare sullo stato delle cose, per consentire un cambiamento epocale del sistema calcio femminile che non può che partire dalle fondamenta.

In questa prospettiva il territorio va sempre e comunque coinvolto. È da lì che nasce che il reclutamento delle bambine. È da lì che provengono i tifosi che dovrebbero riempire le tribune di stadi il più spesso tristemente vuoti. Perché ➡️ i tifosi sono il lato etico del calcio e rimangono una delle colonne portanti e delle poche ancore di salvezza alle quali attaccarsi per sperare in un futuro sostenibile.

👉🏿 Il calcio femminile – per crescere e per sostenersi a certi livelli – non ha bisogno di eroi, ma di un radicamento territoriale che va stimolato e aiutato a livello federale. E questo non può che partire dal basso, puntando su risorse economiche e umane che contribuiscano a incardinarlo nelle strutture sociali del contesto. Al di là di ogni questione di genere.

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