Il calcio femminile, la Nazionale e l’Islanda: una questione di passione e di rispetto

Stasera la Nazionale femminile guidata dalla ct Milena Bertolini è chiamata a un esame di riparazione, dopo la pesante sconfitta patita con la Francia nella partita di esordio del campionato Europeo.

Ne sono state dette e scritte di tutti i colori. È dunque necessario tirare una linea, prepararsi a riavvolgere il filo della storia.

Il passaggio al professionismo della serie A, sancito dalla Figc a partire dal primo luglio, ha rovesciato su tutto l’ambiente – e in particolare sulle Azzurre – un carico di responsabilità che ha raggiunto livelli inusitati.

L’attenzione mediatica, alla quale il movimento non era certamente abituato, si è concentrata sulla Nazionale. Il tutto in coincidenza con una partita difficile e contro un avversario difficile, per lo scarto tecnico che oggettivamente esiste e esisteva fra le due formazioni ben prima di una partita che è stata da certi commentatori trasformata in una mezza Caporetto.

L’Islanda consente al gruppo di tacitare critiche affrettate e forse, anzi certamente, esagerate. Si tratta di mettere in campo quello che si è e quello che si è diventate nel corso di questi anni di crescita, dimostrando che grinta e carattere sono elementi in grado di attutire il ‘gap’ tecnico che attualmente affligge il movimento italiano rispetto ai suoi omologhi europei (ancora e di fatto troppo avanti).

Per questa (e molte altre ragioni) la partita che le Azzurre si preparano a giocare a breve con l’Islanda dovrà essere seguita con tutta la passione e con tutto il rispetto che il movimento femminile si sono conquistati sul campo.

I sostenitori del movimento si aspettano una rivincita che sarebbe, a dirla tutta, un premio ampiamente meritato contro i troppi detrattori dell’ultima ora.

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