Serie A Femminile, quando anche la gestione di 10 club diventa un problema: il silenzio assordante della Divisione Professionistica

La Divisione Serie A Femminile Professionistica – allocata presso la Figc – si è ufficialmente insediata il 1 luglio 2023. Il presidente è Federica Cappelletti, eletta all’unanimità dai dieci club della Superlega.

Il Consiglio Direttivo è formato da tre membri in rappresentanza delle società iscritte al campionato Si tratta di Stefano Braghin (Juventus Women), Alessandro Terzi (Sassuolo Femminile) e Elena Turra (Fiorentina Femminile, che ricopre anche il ruolo di vicepresidente).

Non essendo pervenuta alcuna candidatura, è rimasto e rimane per il momento vacante il quinto posto del CD, quello di consigliere indipendente.

Dopo le trionfali dichiarazioni di rito immediatamente successive all’Assemblea, alle quali si è associato anche il presidente della Figc Gabriele Gravina, il bilancio (fino a questo momento) è oggettivamente alquanto modesto.

In buona sostanza la Divisione sta svolgendo un’azione di piccolo cabotaggio organizzativo, muovendosi sulla scia del modello creato da Ludovica Mantovani ai tempi della Divisione Calcio Femminile.

Lo fa, per soravappiù, dovendo gestire appena 10 club contro i 26 della precedente dirigenza (che si occupava anche delle 16 di serie B).

A parte una serie di comunicati ufficiali coerenti con la gestione ordinaria, non ci resta niente altro da segnalare.

Tanto meno conferenze stampe e/o dichiarazioni (più o meno) programmatiche di cui la Serie A femminile avrebbe bisogno come il pane, per non continuare a vedere il futuro come una terra straniera.

Una delusione che più delusione non si può.

Evidentemente anche ai club della massima serie nazionale – che hanno nel CD tre rappresentati di alto profilo e di grande esperienza quali sono Braghin, Terzi e Turra – le cose stanno bene così.

➡️ Sergio Mutolo

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