Effetto Covid, protocollo ‘ad hoc’ per la A Femminile

L’inizio del campionato di Serie Femminile 2020-21 è dietro l’angolo. Sabato 22 agosto è in programma la prima giornata di campionato. Giovedì 6 agosto sarà diramato il calendario  >>> LEGGI QUI

Ripartire dopo il lungo lockdown provocato dal Covid-19 non sarà una cosa facile. Se riprendere gli allenamenti di gruppo è stato complicato, ma possibile, quando si inizia a parlare di partite la strada diventa molto in salita.

La prova provata è nell’esiguo numero di amichevoli finora organizzate dai club della massima divisione nazionale femminile guidata da Ludovica Mantovani, connesso probabilmente alla enorme difficoltà che le società trovano nell’adeguarsi a un protocollo insostenibile, da un punto di vista economico e normativo.

Portavoce di questo grande disagio – in carenza finora di voci autorevoli del mondo pallonaro in rosa – è il presidente della Lega Nazionale Dilettanti Cosimo Sibilia, che tira un sasso nello stagno: “Ripartire dopo il lockdown è l’obiettivo di tutti. Anche del calcio dilettantistico. Ma ad oggi, nonostante il nostro impegno con contributi, agevolazioni, date e scadenze fissate, non vi è alcuna certezza sulla partenza delle attività”.

Il punto focale, come sostiene Sibilia è che “dopo il protocollo FIGC per la ripresa e per gli allenamenti del 5 giugno scorso, nonostante i nostri solleciti nelle sedi opportune, non c’è al momento alcuna indicazione ufficiale per lo svolgimento di gare e campionati”.

La Lega Nazionale Dilettanti ha da tempo sollevato il problema attraverso i suoi organismi centrali e periferici con diverse iniziative. 

Assistiamo al paradosso per cui lo sport amatoriale è ripreso, con la responsabilità demandata alle regioni, e il calcio dilettantistico non sa come e quando ripartire. Serve un protocollo sanitario adeguato e che si arrivi rapidamente ad una soluzione”, continua il numero uno della LND.

“Ripeto: proseguire con questa incertezza produrrà danni incalcolabili al nostro movimento che non merita di vedere mortificati i sacrifici fatti per assicurare la ripresa delle attività. Lo trovo profondamente ingiusto”, conclude Sibilia.

Alla Serie A Femminile serve come il pane un protocollo sanitario più agile in vista della partenza del campionato. O no?

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