Serie A Femminile 2021-22, si a vaccinazione di massa?

Mauro Milanese, amministratore unico della Triestina, ha rilasciato un’intervista a TuttoC.com – portale dedicato ai club di Lega Pro – di cui riportiamo un interessante stralcio.

“Mi auguro che le squadre di calcio possano essere vaccinate. Basta un asintomatico in ritiro per infettare un intero gruppo. Uno dei requisiti della prossima stagione potrebbe essere vaccinare i giocatori dei club professionistici e i ragazzi dei settori giovanili nazionali. La Triestina ha già speso 160 mila euro tra tamponi e sanificazioni, oltre il disturbo dei controlli effettuati ogni due giorni. Non credo siano salutari tutte queste sollecitazioni al setto nasale. Mi auguro che dal prossimo anno si adotti una scelta diversa”.

Una proposta ragionevole e lungimirante, non solo in chiave Serie C ma anche per la Serie A Femminile.

La massima serie nazionale non può correre il rischio di una stagione 2021-22, tra l’altro preliminare al traghettamento della categoria verso il professionismo, nella situazione di precarietà e di incertezza che ha caratterizzato il torneo che sta per chiudersi.

A questo punto la palla passa alla Divisione Calcio Femminile guidata da Ludovica Mantovani che, con il nuovo Consiglio Direttivo, dovrà tracciare un percorso lineare verso la svolta epocale che attende la Serie A Femminile.

Ovviamente anche il presidente della Figc Gabriele Gravina, che sovrintende alla Divisione, è chiamato a dire la sua. Ci attendiamo anche da parte sua interventi e determinazioni all’altezza della situazione che si potrebbe prospettare già nel corso dei ritiri (luglio 2021).

Restiamo in attesa di risposte/provvedimenti conformi da chi occupa le stanze dei bottoni. La stagione 2021-22 deve iniziare nel segno della massima tutela per giocatrici, staff e club. Anche per consentire uno svolgimento regolare della competizione senza gli strappi che hanno caratterizzato il torneo che sta arrivando a fine corsa.

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