Serie A Femminile e professionismo: come limitare l’influenza dei procuratori?

Renzo Ulivieri, presidente dell’Associazione Italiana Allenatori e responsabile dei corsi per allenatori a Coverciano, nel corso di un’intervista concessa a PisaToday, ha affrontato a gamba tesa il problema dell’ingresso dei procuratori nel mondo del calcio femminile.

“Il passaggio al professionismo della serie A Femminile è una cosa auspicabile, però dietro ha portato un frainteso: l’arrivo dei procuratori”, esordisce Ulivieri.

Questo fenomeno sta danneggiando le ragazze e ci sono regole ben chiare: chi è dilettante (quindi dalla Serie A in giù) non potrà mai avere il procuratore. Questi invece sono entrati di forza e sono una cosa deleteria all’interno dei nostri campionati, arrivando anche a falsarli”, prosegue.

“Bisognerebbe intervenire in qualche modo per far rispettare le regole, perché queste figure stanno mettendo di mezzo le ragazze, facendo promesse, ed è una brutta cosa. Per quanto riguarda quando ci sarà il professionismo nel femminile questo è diverso, perché il professionista è un altro discorso dal punto di vista del rapporto con le società”, precisa il presidente dell’Aic.

“Anche se a mio parere, sia nel professionismo maschile che, quando sarà, in quello femminile, bisognerebbe limitare il potere dei procuratori”.

 

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