Napoli Femminile, retrocessione e dimissioni di Lello Carlino: niente più azionariato diffuso?

La retrocessione del Napoli Femminile in Serie B e le dimissioni del presidente del peculiare modello di azionariato diffuso creato all’interno della società partenopea? Si configura nel caso di specie una valida alternativa per la Serie A professionistica alla ormai assodata clonazione del corrispettivo maschile? Vale la pena buttare a mare un’idea così lungimirante, anche se costellata da alcune ovvie criticità? Vediamo nel dettaglio.

✅ Il Napoli ha dato vita a un azionariato diffuso che annovera ben 20 presidenti di aziende rappresentative di vere e proprie eccellenze del  territorio partenopeo. Una connessione virtuosa che corrisponde a un preciso radicamento nel contesto. Tra di loro sono stati eletti i membri del Consiglio di Amministrazione. Tutti, indistintamente, innamorati del calcio femminile e di Napoli.

✅ Un’unità di intenti (che comprende anche sponsor di maglia, che sono brand di assoluto prestigio) per dare sostenibilità al club e provare a mantenere la posizione in Serie A.

✅ Il primum movens del ‘modello Napoli femminile’ è dunque la passione, senza alcuno scopo di lucro. Lo scopo era portare avanti i valori di una volta, quelli il Napoli Femminile applica dal 2004. Già 18 anni fa il club era in campo a combattere per questo movimento, allo scopo di creare entusiasmo attorno al calcio femminile. Sono state profuse tante energie e altrettante risorse economiche. Circostanze che meriterebbero la dovuta attenzione da parte del sistema.

➡️ Il modello Napoli Femminile è dunque un modello nuovo e alternativo. Il club azzurro si è fatto carico di una precisa mission ovvero dimostrare che un altro calcio è possibile.

➡️ Uno stato di fatto che si è scontrato, però, con l’oggettiva carenza delle infrastrutture – già attive a monte – di cui beneficia invece aprioristicamente la componente femminile derivata dal maschile.

➡️ Per rendere questo modello sostenibile nel tempo, considerato il grande radicamento nel territorio che rappresenta il volano per la sostenibilità nel tempo di ogni progetto, sarebbe (è) fondamentale un aiuto da parte delle istituzioni federali e anche cittadine.

➡️ Si tratterebbea in buona sostanza di rendere possibile, anche a modelli calcistici tanto virtuosi, l’operatività logistica che al momento è un’esclusiva dei club femminili cloni del maschile.

Si batteranno strade nuove o ci si limiterà ad appiattirsi sul corrispettivo maschile? Questa è la domanda.

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