Verso il futuro: la Serie A Femminile cerca un centro di gravità permanente

La serie A femminile ha chiuso la prima stagione professionistica della sua era. Un traguardo formidabile per il movimento. Il format attuale prevede 10 squadre. Al termine della stagione regolare sono previste due poule (scudetto e retrocessione).

La prima in classifica diventa campione d’Italia e la seconda viene ammessa alla Women’s Champions League. L‘ultima retrocede direttamente in B (quest’anno è toccato al Parma). La penultima spareggia con la seconda classificata della Serie B (Il Pomigliano se la vedrà con la Lazio).

La massima serie nazionale è tuttora sotto l’egida della Divisione Calcio Femminile guidata da Ludovica Mantovani. Il Consiglio federale, coordinato dal presidente Gabriele Gravina, ha deliberato che a partire dal 1 luglio si insedierà la Divisione Professionistica della Serie A Femminile.

Un cambio di marcia – che prelude, verisimilmente, alla formazione di una Lega Professionistica vera e propria – che affida alla nuova Divisione Professionistica il compito di scegliere la strada da seguire in futuro nell’ambito organizzativo per promuovere la compatibilità finanziaria, la stabilizzazione e la crescita della serie A.

Attendiamo di capire come sarà strutturata e quali compiti specifici le verranno attribuiti dopo il suo insediamento.

Stefano Cordeschi
➡️ Sergio Mutolo

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