Il senso di ‘CALCIOPRESS’ per tutto il calcio femminile, per l’analisi delle sue dinamiche e per la sostenibilità del movimento

Non ha importanza dove si è nati, quando come e dove si sono avuti i primi approcci con il calcio, per diventare un appassionato, un tifoso. Il tifo è una malattia giovanile che dura tutta la vita“.
(Pier Paolo Pasolini)

Calciopress è nato più di venti anni fa per seguire le vicende della Lega Pro (la vecchia serie C). La narrazione delle storie, variegate quanto spesso drammatiche, connesse alla terza serie nazionale maschile è stata un training fondamentale.

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Con questo carico di vicende alle spalle abbiamo scelto, e questo è il nostro quarto anno, di focalizzare l’attenzione sul pianeta calcio femminile. La molla? Le dinamiche, la passione delle giocatrici e dei protagonisti a tutti i livelli, la possibile costruzione di modelli territoriali innovativi, il ‘plusvalore’ dell’anima dilettantistica che ha portato il movimento al punto in cui ora si trova e che di fatto ha consentito – a partire dalla scorsa stagione – l’inizio dell’era professionistica.

Accade però che le cose cambino molto in fretta anche in un movimento che si credeva al riparo da un certo tipo di contaminazioni. L’aziendalismo in senso stretto, talora incurante delle dinamiche emozionali che sono il pilastro di questo sport, potrebbe farsi travolgere dal business. La Serie A Femminile, infatti, è diventata un circuito chiuso. Dalla stagione 2022-23 i club ammessi sono appena dieci.

Una soluzione che potrebbe fare da traino a tutto il resto del movimento (e tutti lo auspicano), come pure cancellare in modo definitivo l’anima dilettantistica che ha alimentato (e ancora alimenta) questo sport. Le problematiche economiche che incombono sul calcio italiano rappresentano un elemento cruciale del quale non si può non tenere conto.

In un mondo pallonaro sempre più kafkiano, a prescindere dal genere, il vero pilastro restano secondo noi i tifosi. Anche loro, però, stentano a comprendere le dinamiche distorte che li stanno trasformando in canne al vento. I tifosi rappresentano il lato etico del calcio, l’ancora di salvezza alla quale appigliarsi per sperare in un futuro sostenibile.

Il compito degli addetti ai lavori è dunque – a nostro modesto parere – tenerli informati sul reale stato di fatto delle cose e non limitarsi a un (arido?) cronachismo copia-incolla.

I tifosi vanno coinvolti nelle criticità del sistema per provare a diventare artefici di quel cambiamento epocale che non può che partire dal basso. Dalle fondamenta.

Con questo spirito e con queste premesse Calciopress seguirà le dinamiche del calcio femminile focalizzandosi sulla Serie A e sulle Nazionali (che rappresentano l’apice del sistema) – soprattutto quelle Giovanili – con il loro carico di bellezza, passione, emozioni e (anche) criticità. 

➡️ Sergio Mutolo

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