La prodigiosa sterzata impressa al gruppo da Andrea Soncin, la Nazionale Femminile e “le magnifiche sorti e progressive” delle Azzurre

“Le magnifiche sorti e progressive”

Il verso “le magnifiche sorti e progressive”, tratto da ‘La ginestra’ di Giacomo Leopardi, ha un senso fortemente dubitativo. Dal Mondiale di Francia del 2019 in poi, la Nazionale Femminile italiana ha cercato di inseguire “sorti magnifiche” che però sono andate il più spesso a cozzare contro la realtà di risultati discutibili e mediocri. Una situazione che ha generato  false aspettative e disincanto. Alla resa conti, un freno per la crescita del movimento, proprio mentre la serie A diventava professionistica.

Quando, dopo le dimissioni di Milena Bertolini, l’oneroso compito di guidare la Nazionale fu affidato a un tecnico ai più sconosciuto e da (quasi) tutti considerato inesperto di calcio femminile, la reazione fu delle peggiori. Praticamente nessuno fra gli addetti ai lavori se la sentì di dare credito e fiducia al nuovo ct Andrea Soncin. Anche perché i tempi erano stretti, la situazione catastrofica, il morale sotto i tacchi e il girone di Nations League terrificante. Ci si aspettava il peggio del peggio.

Le cose hanno preso una piega talmente diversa che noi di Calciopress ci siamo sentiti in dovere di formulare ad  Andrea Soncin scuse, doverose e di fatto obbligate, non solo come tecnico, ma anche e soprattutto come uomo ➡️ “La Nazionale Femminile, la vittoria in Spagna e le scuse obbligate di ‘Calciopress’ all’uomo Andrea Soncin“.

Il bello e la magia del calcio stanno tutti qui, in questa (prodigiosa e miracolosa?) permanenza in Lega A ottenuta da un tecnico al quale nessuno aveva ritenuto di dare credito e che era stato addirittura screditato a priori (ebbene si, anche da noi di Calciopress).

In un tempo quanto mai risicato, Andrea Soncin e il suo staff sono stati in grado di rovesciare la situazione. In sole sei partite hanno definito le loro scelte senza stravolgere, hanno proceduto a una fondamentale serie di interventi tattici e mentali ormai ineludibili, hanno implementato il progetto, hanno utilizzato al massimo livello le risorse disponibili.

In poche parole hanno trasformato quella che era diventata una specie di “armata Brancaleone” in una macchina da guerra, capace di fare tre gol alla Spagna in quel di Pontevedra e tre gol alla Svizzera al ‘Tardini di Parma

Andrea Soncin ha utilizzato il poco tempo disponibile come meglio non si sarebbe potuto fare. Ha dimostrato un coraggio e una professionalità che, nel solco di una altrettanto grande umiltà e di un encomiabile senso della misura, hanno veramente innescato per le Azzurre “magnifiche sorti e progressive”, in senso stavolta non leopardianamente dubitativo.

Per il bene del calcio femminile nel suo complesso ci auguriamo che il miracolo compiuto da Andrea Socin si trasformi in una realtà consolidata a medio-lungo termine, che possa far finalmente crescere un movimento che merita attenzione e rispetto.

Fonte foto: Repubblica edizione Parma (Marco Vasini)

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